SABATO 22 GENNAIO
h. 20.30
HEUTE/////più che poesie, offese
lettura
Sabato 22 gennaio 2011 Andrea Maistrello leggerà per la prima volta in pubblico una selezione di poesie di Mattia Burattin.
Non c'è un libro che le raccoglie: le singole poesie, una volta lette, verranno devolute tra il pubblico.
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La sera del 12 luglio 2006 Mattia Burattin invita una trentina di amici ai Giardini Margherita per mettere in atto con la necessaria collaborazione di Andrea Maistrello la prova generale di HEUTE.
HEUTE è la parola tedesca con cui a fine 2005 Mattia ha battezzato la sua nuova agendina su cui scopre cosa deve fare appunto "oggi". L'agenda perde immediatamente la sua funzione e diventa un taccuino per appunti di vario genere. Tra questi, per prima volta in vita sua, Mattia scrive una poesia. Questa viene letta da Andrea al tavolino di un bar, letta e derisa per via della sua ingenuità. Mattia con piglio autoironico ne scrive appositamente altre con l'idea di leggerle per divertimento al suo imminente compleanno. Questo evento ludico avviene. Ma poi avviene anche che a Mattia non smettono più di venire in mente poesie. Sempre meno ironiche queste continuano a fluire fino ad andare a comporre una serie di dieci taccuini che registrano un periodo perlopiù di smarrimento e amnesia, di isolamento.
HEUTE diventa per antonomasia il titolo di questa raccolta.
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Non leggo e non mi definerei uno scrittore nè un poeta. (Ho altre passioni.)
Per me la poesia non è una ricerca, ma un sudore.
Sulle poesie non ci lavoro, non le correggo, mi limito a registrarle.
Sono frasi che mi pronuncio nella testa come fulmini secchi, talvolta come mantra, come salmodie.
Seguono da umori, timori, urti o più sovente noia. Quando sono particolarmente sgrammaticate, allora le segno.
E' più simile all'invenzione musicale allo strumento (che nasce dalle dita e non dalla testa) che alla creazione cosciente.
Non sono un poeta perchè non ricordo le mie poesie. E non le so leggere. E non potrei.
Per questo le legge per me un mio caro amico. E lo fa ridendo di me perchè mi conosce meglio di altri.
E' antropologia, è denudarsi, è suicidarsi questa lettura pubblica.
E' concedersi agli amici. E' assistere al proprio funerale.
E se anche fossi poeta non lo sono più: lo sono stato.
Ho scritto poesie dal 2006 -cominciando per scherzo- e ho smesso nel 2009.
E ne sono lieto, perchè almeno adesso posso riposare.
M.B.
La lettura sarà l'evento di chiusura della mostra fotografica L'Ultimo Autunno.
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